Produzioni letterarie di Renato Castagnetta con recensione di Francesca GHIRIBELLI
IL DIARIO DI NONNA ELVIA TRAMA
In questo romanzo storico, Elvia, una signora di novantanove anni, racconta alcune storie della sua vita, in particolare del periodo bellico con ovvi rimandi ai fatti storici della Seconda guerra mondiale. Il romanzo inizia dalla sua fanciullezza, narrando di un'intensa Sicilia negli anni '30 e '40. Arrivata alla maggiore età, Elvia deve fare i conti con la guerra di Spagna dei volontari italiani, alla quale prese parte suo marito Peppino. Una storia d'amore osteggiata dal destino ma che alla fine premierà l'ostinazione dei due innamorati. Una storia segnata anche dalla tragedia delle leggi razziali. Elvia racconta del salvataggio di una famiglia di ebrei che nascose nel sotterraneo di casa e successivamente della fuga di una seconda famiglia che accompagnò fino in Svizzera. Agguati, ferimenti e fughe notturne si susseguono in un ritmo serrato per affermare il diritto alla vita e alla libertà. "Il diario di nonna Elvia" è un romanzo d'amore, di coraggio, di umanità. Un romanzo segnato dall'indomito carattere di Elvia, determinata a raccontare scelte di vita audaci e necessarie.
Da " IL DIARIO DI NONNA ELVIA". Il racconto di una anziana nonna che pur subendo il peso degli anni, che ormai sono novantanove, è attenta a ciò che le si svolge intorno, apprezzando le cose terrene, la primavera, le sue piante dopo una vita vissuta intensamente.
Finalmente è aprile, finalmente è primavera. Mi è sempre piaciuta la primavera. È la stagione della rinascita dove ogni cosa si rinnova. È la stagione degli amori e lo è principalmente per gli animali. E poi senti che il suo tepore scalda le ossa e allontana il torpore dell’inverno.
Dalla finestra della mia stanza guardo gli uccelli librarsi nel cielo. È un continuo rincorrersi, prima sempre più su e poi sempre più giù, per poi di nuovo ricominciare.
L’intento, attraverso il canto, è di far breccia nel cuore di una nuova compagna. Proprio a conferma, nel palazzo di fronte, da qualche giorno, in un nido di rondine abbandonato tutto l’inverno, c’è un certo via vai. Ora vedo sporgere una testolina. Sicuramente una nuova nidiata è in arrivo a conferma del ciclo della vita.
Come ogni giorno, il sole, la mattina, fa capolino da dietro la montagna e adesso illumina il mio balcone, un balcone fiorito come è sempre piaciuto a me. Ho le primule, le rose, i gerani. Un tempo mi alzavo di buonora e passavo a rassegna tutte le piante, levavo le foglie morte, i rami secchi, le potavo, le annaffiavo. Dicevano avessi il pollice verde come mia madre. Da bambina la scrutavo per vedere quale dei due pollici avesse verde. Poi capii che era un modo di dire. L'innocenza di bambina mi aveva fatto credere che mia madre avesse un potere fatato che rendeva le piante rigogliose. Ora a novantanove anni sorrido e penso che quella ingenuità la persi presto. Vissi la mia giovinezza a cavallo tra la prima e la Seconda guerra mondiale. Furono tempi in cui si cresceva e si maturava in fretta per gli atroci fatti di cui fummo protagonisti....
IL GIARDINO DEI MELOGRANI TRAMA
“Il giardino dei melograni” non è soltanto un romanzo romantico ma anche una narrazione fantasiosa e chimerica, in cui lo scrittore Renato Castagnetta ha sapientemente riunito più generi letterari, dal romance allo storico al giallo, sul filo della suspense. Con uno sguardo più attento, possiamo interpretare il racconto come un viaggio inconscio dell’autore, o del protagonista Antonio, verso la parte più profonda di sé. Quindi, una lettura in chiave simbolica ci consentirebbe di capire la donna, Anna, come figura marginale ma, allo stesso tempo, espressione di sentimenti razionali che accompagnano Antonio a superare barriere che possono emergere nel profondo. Come in un viaggio in barca a vela il vento interferisce con la rotta e spesso induce a rinunciare all’approdo a un prefissato porto, così un evento inaspettato – un vento contrario: l’incidente automobilistico di Anna – si frappone fra il protagonista e i suoi obiettivi di vita interferendo a tal punto da imporre proprio il viaggio nella profondità della vita alla ricerca di qualcosa di prezioso, di fortificato e intrigante allo stesso tempo. In fondo una ricerca di compiutezza attraverso un percorso interiore, che “sfocia” nell’incontro con la propria anima, ma anche un processo evolutivo per comprendere il significato profondo della relazione con la moglie. È nel sotterraneo del protagonista che la sua parte razionale incontra il femminile e la necessità di non frapporre la ragione al sentimento, ciò è un fatto che ha a che fare con l’amore, con l’eros. “Il giardino dei melograni” ha il fascino del sentimento antico, ben radicato, limpido ed eterno, che unisce nell’anima, più che nel corpo, un uomo e una donna.
....Penso con nostalgia alla bellezza del lago al sorgere del primo sole, quando questi faceva capolino fra i monti. Esso irrompeva nel cielo stellato, prendendosi la scena e con la sua luce allontanava il buio della notte. Era possibile distinguere chiaramente gruppi in fila di Germano Reale nuotare sereni sulle limpide acque del lago. Loro facevano compiere, ai piccoli e sprovveduti anatroccoli, le prime lezioni di nuoto, “il battesimo dell’acqua”. Ogni tanto qualcuno di essi si attardava e la mamma amorevolmente lo spingeva verso gli altri, dimostrando che l’amore materno è infinito. Una mamma è mamma finché non cessa di vivere e nella vita avrà sempre del tempo da dedicare ai figli, siano essi piccoli che grandi, donando ad essi il suo infinito amore, Senza parsimonia, fino all’ultimo alito di vita. Un amore senza aspettative che, forse qualche volta, verrà riconosciuto solo quando non lo si potrà avere più. Di esso se ne sentirà la mancanza e lascerà un vuoto immenso nel cuore dei figli, a quel punto, impossibilitati a coglierlo......
RECENSIONE
Pensare che a volte le penne sentimentali più belle sono proprio quelle maschili. Il titolo è molto originale e il libro mi ha stupito, perché non è la solita trama romanzata solo dedita all’amore, bensì un mix di generi. Io apprezzo molto gli autori emergenti che si cimentano in più generi letterari o addirittura li inseriscono tutti in una sola opera. So che è rischioso, soprattutto per chi è alle prime armi, ma quando chi scrive ha talento, allora viene fuori un risultato davvero lodevole. Castagnetta ha saputo inserire l’amore insieme al bello dell’immaginazione e soprattutto al giallo creando un romantico-suspense come oggi viene definito tale genere. In ogni libro c’è un po’ dell’autore e anche qui credo che l’essenza interiore e l’esperienza di vita dello scrittore si intrecci (anche solo in parte) nel cuore e nell’anima del personaggio che racconta, ovvero, Antonio, il protagonista.
Un romanzo anche spirituale e psicologico, alquanto introspettivo sulla figura della donna: Anna, sua moglie. In fondo, la donna rappresenta un universo immenso e ancora in parte sconosciuto per gli uomini. E Antonio inoltre dovrà vedersela anche con l’infausto destino, quello dell’incidente automobilistico della consorte che cambierà i suoi piani e i punti di vista della sua vita. Ma il dolore fortifica molto spesso e dall’altra l’esistenza ci fa scoprire con la sua imprevedibilità cosa non avessimo ancora capito di chi ci sta accanto. Forse non ci soffermiamo abbastanza ad osservare neanche chi amiamo che siamo sicuri invece di conoscere completamente. La frenesia della quotidianità non ce lo permette, ma questo romanzo ci aiuta a riflettere, a rinnamorarci della vita, di noi stessi, di chi ci affianca. Ho apprezzato questo libro perché ormai il profumo dell’amore antico non si respira quasi più e qui abbiamo finalmente il ritorno di tale autentico sentimento che esiste tra due anime e due cuori e non solo tra la fisicità di due corpi. A volte, è molto più erotica l’anima… nell’infinita bellezza e meraviglia del suo essere.
FRANCESCA GHIRIBELLI
I libri sono acquistabili presso le librerie online o su prenotazione presso la segreteria dell'Associazione ex dipendenti Banco di Sicilia. Renato Castagnetta.